a Chieti 2009
Amarcod
Chieti - Una Città
PIAZZA VITTORIO EMANUELE II
La piazza più bella della città, Piazza
Duomo o Piazza Grande e attualmente adibita
a parcheggio macchine, prese il nome attuale,
la sera del 18 ottobre 1960, ingresso di
Vittorio Emanuele II
a Chieti. Il Re dopo aver ricevuto
l'omaggio del Decurionato si affacciò al
balcone del Palazzo Comunale, ricevendo
l'entusiastico omaggio del popolo di Chieti.
In questi giorni si è tenuta una gara tra
architetti locali per la riqualificazione
della piazza. Il concorso è stato appaltato
dalla Cassa di Risparmio, è stato scelto un
vincitore e nel 2009 dovrebbero iniziare i
lavori. Sperando che questa volta le
intenzioni si trasformino in realtà, mi vien
da dire: "se son rose fioriranno", anche
perchè fra due anni scade il mandato di
questa Giunta e si andrà a nuove elezioni. |
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VIA POLLIONE
La via è intitolata a un Condottiero,
Oratore, Storico e poeta, uno dei personaggi
più in vista del mondo romano, amico di
Cesare, di Cicerone, di Angusto e di Virgilio.
Per primo aprì a Roma una biblioteca
pubblica. Delle sue storie (dal 60 al 45 a.C.),
rimangono pochi frammenti. A lui Virgilio
dedicò la IV Egloga. Ottantenne
morì a Tuscolo, l'odierna Frascati. Da
ricordare che i Teatini, sono soliti
chiamare questa via con la dicitura "Via
degli Orefici", a causa dei negozi di oreficeria che una volta arricchivano questa
via.
IL CORSO
MARRUCINO
La denominazione di
CORSO MARRUCINO
ricorda l'antico popolo che fondò la
località. Il Corso di Chieti era denominato
sino a circa il 1890 "Corso Galliani" e
comprendeva il tratto di strada fra il Largo
Trento e Trieste (largo della Trinità) e il
largo San Gabriele Valignani (chiamato Largo
del Pozzo). I palazzi Francese e Valignani (oggi
Baldassarre) uniti fra loro, impedivano la
prosecuzione della via. Per il
prolungamento del Corso, fu necessario il
taglio dei palazzi Francese Paini (oggi
Melchiorre) e Valignani, lateralmente,
nonchè l'abbattimento delle facciate al fine
di poter anche allargare il Largo del
Pozzo. Dopo questi lavori il corso Galliani
fu denominato "Corso Marrucino" che si
prolunga fino al termine della "Via Ulpia"
come era denominata la strada del Palazzo
Enrici, all'angolo del Palazzo del Seminario,
con "Via Arniense". Per la realizzazione del
progetto, fu necessario lo sbassamento del
livello stradale della Chiesa di San
Francesco, pianeggiante, con Piazza San
Giustino. In quella circostanza furono
rifatte le facciate dei palazzi,
Comunale,Valignani, Farnese, Paini (oggi
Marchionne), Bassi, De Horatis e De Lellis (oggi
Buracchio). |
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Sopra, come si
presentava S. Anna, uno degli ingressi della città da
Levante. La spianata che si vede a destra della foto è
pronto per accogliere l'edificio della scuola elementare.
Foto di fine secolo XIX, il culto della Santa è ancora vivo
a Chieti, il 25 luglio la contrada vive un momento di festa
che richiama cittadini e contadini. Le donne incinte non
mancano di recarsi in chiesa per impetrare un parto veloce e
sereno, mentre sul piazzale fervono i festeggiamenti
popolari. Alla stessa maniera si celebrava la Santa nel
secolo passato, approfittando della immancabile fiera
allestita davanti al cimitero per acquistare sementi e
vasellame e rallegrarsi al suono di una banda.
SANTA MARIA DEL
TRICALLE
Santa Maria del
Tricalle col suo tempietto ottagonale (in questi giorni lo
stanno ristrutturando interamente) sembra che facesse parte,
originariamente, di un tempio dedicato a Diana Trivia e da
quì il titolo di : "Tribus Callis". In realtà l'edificio
dalle perfette proporzioni volumetriche, che nacque nel
secolo XV come chiesa a pianta ottagonale con una armoniosa
calotta semisferica, ornata alla base da archetti pensili in
tutto simili ai decori dalla cuspide della Cattedrale. Le
affinità stilistiche tra i due monumenti e l'uso del
medesimo materiale (il cotto) convalidano una datazione
Tardo Quattrocentesca.
Chiesa dei Domenicani
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Quì, nella foto a destra siamo in un
cantiere a cielo aperto dopo la demolizione
di
Palazzo Lepri
al cui posto verrà eretto circa trenta anni
fa il Palazzo dell'UPIM. Insensata
operazione che causerà una tragica
alterazione dell'assetto urbano della intera
area con l'inserimento verticale di una
volumetria che non ha niente a che vedere
con l'area storica preesistente. |
L'intero complesso conventuale dei
Domenicani, con l'annessa chiesa, fu
abbattuto per fare spazio all'aberrante
palazzo della Amministrazione Provinciale,
nonostante il monumento non minacciasse
alcuna rovina. Si cancellarono così preziose
memorie d'arte e di storia cittadina, si
pensi che nella cappella del SS. Rosario,
ornata da una pala del Farelli e da un
suntuoso altare, giacevano le spoglie del
grande musicista Selecchy, autore del
Miserere e del pittore Donato Teodoro,
protagonisti della cultura 700 sca Teatina.
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A sinistra si
vede la Chiesa di Santa Maria Calvona, che raccoglie intorno
a se il Villaggio Femminella, una delle più antiche fornaci
della città, un pò contrada rurale e un pò insediamento
industriale. La foto a destra. ritrae l'incrocio della
Madonna delle Piane come si presentava a metà degli anni
'50, prima che si concretizzasse il tumultuoso sviluppo
dello Scalo come prospettiva del futuro della città
Sopra a sinistra
si assiste, in una giornata piovosa alla città che risponde
alla chiamata del regime. Siamo alla vigilia della guerra e
l'Italia, ben pilotata ebbe un sussulto di impeto nazionale
e reclama dall'Europa la restituzione di terre "italianissime"...
"Duce siamo pronti. Gibuti, Tunisia" si legge sulla strada e
più avanti forse le scritte "Malta. Fiume. Corsica". Mentre
a destra, si assiste a una Chieti che riempie Piazza del
Pozzo, in occasione di una delle tante adunate di regime.
Davanti al corteo, sorridente, sicuro di sè, avanza con
passo marziale il Segretario Nazionale del P.N.F. Achille
Storace, impettito come al solito ed estremamente
soddisfatto delle numerose onorificenze appuntate sulla sua
divisa di orbace - lucidissimi gli stivali "Orbaci e fiocchi
al vento". Questo potrebbe essere il titolo della foto.
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