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CHIESA  DELLA MADONNA DELLA VITTORIAright

a Chieti 2008

 

 

Sul crinale collinare di Chieti, sul lato nord occidentale, sorgeva una chiesetta del finire del secolo XVI legata ad un particolare culto. Crollata recentemente per essere ricostruita, senza nessun  intervento della Soprintendenza ai monumenti dell'Aquila, dai cittadini della contrada che hanno messo a disposizione materiali e ore di lavoro per la sua realizzazione. I lavori sono ormai finiti da tre anni e la Chiesa della Madonna della Vittoria permane lì ancora anche nella tradizione orale degli abitanti della località che porta la stessa denominazione topografica. Valga per tutti, Antonio Zappacosta, che ha conservato in casa sua, a lungo, le immagini della Madonna che un tempo, come oggi, venivano riprodotte e distribuite ai fedeli e un Armonium fatto a sue spese restaurare. La Chiesa venne costruita per celebrare la Vittoria riportata dagli eserciti cattolici ai danni dei Turchi Musulmani, il 7 ottobre del 1571. A quella decisiva battaglia parteciparono 500 combattenti della Provincia di Chieti, fra cui 200 della stessa città,

Chiesetta ricastruita in questi anni dopo il crollo

 

guidati da Giuseppe Persiani. Con la distruzione della chiesetta sono andati dispersi anche i suoi arredi e tutte le cose sacre. La Statua Conocchia della Madonna è stata ritrovata in un vecchio caseggiato di Strada Scoscesa, esposta all'incuria del tempo, alla polvere e ai roditori nonostante le cure di una vecchia parrocchiana. In questo edificio fatiscente sono stati conservati pure la statua di Sant'Antonio che si venera anchesso nella chiesa, alcuni candelabri ed altre povere suppellettili. Risultano scomparsi: una cattedra in legno, i confessionali anch'essi in legno lavorato, le lampade votive e argenteria varia. Risulta in oltre distrutta una testimonianza di architettura religiosa rurale, irripetibile. Le statue che si sono salvate sono state restaurate e ricollocate nella chiesa, che è l'unico posto adatto alla loro conservazione e alla loro venerazione e non un museo di arte sacra, come qualcuno erroneamente aveva ipotizzato. Questa chiesa mi ha visto piccolino negli anni che vanno dal 1947 agli anni '60 quando mi sono definitivamente trasferito con la famiglia in città. Alla festa, mia sorella ed io ci andavamo a piedi e mia madre mi dava 5 lire per le nucelle e i lupini da dividere rigorosamente per due. Poi questa è la chiesa dove, quando la messa era in latino, Cecchino, che stava studiando da prete, mi insegnava a servire la messa. Mia madre mi aveva detto che servendo la messa, ogni sette messe una era per me e io mi ci ero buttato dentro anime e corpo... Et introido ad Altare dei.... Ad Deum que letificat juventuta tua.... Oggi è un'altra cosa, c'è meno solennità, si capiscono le parole e il sacerdote si rivolge sempre ai suoi fedeli e questi partecipano senza dover leggere su quei misteriosi libretti neri, scritti in latino con i bordi pitturati o di rosso o d'oro.

La chiesa come appare oggi completamente ricostruita

Cliccando sulle immagini si ottengono le stesse ingrandite

 

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