in Abruzzo - 2009
L'AQUILA -
Martedì 07 Aprile 2009
La fine del mondo. Un boato interminabile,
il letto che sembra impazzito e non vuole
stare fermo: su, giù, di lato. La stanza
sembra piegarsi, divincolarsi. Il risveglio
è un incubo senza senso, senza una
spiegazione. Si grida nella notte, nel sonno,
ma l’incubo non svanisce quando gli occhi
stralunati si aprono.«Mamma aiuto, Dio mio!,
Dio mio!». Le grida rimbalzano da un
appartamento all’altro, Da un palazzo
all’altro. Le finestre esplodono, i vetri
tagliuzzano i volti. Cadono i quadri, si
rovesciano gli armadi. Il pensiero corre ai
genitori, ai figli, alle persone più care.
L’intonaco si scrosta, i muri si aprono. C’è
chi vorrebbe saltare dal balcone, chi cerca
di stare vicino alle finestra, negli angoli,
sotto le arcate. |
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Gli squarci nei
muri sono profondi, cadono i muri di divisione, gli
apaprtamenti si uniscono. I più incoscienti perdono tempo a
vestirsi, gli altri scappano così come sono, in mutande, in
pigiama Lasciano tutto, non c’è tempo di pensare ai vestiti,
ai soldi. Il pensiero è salvare la vita, la propria vita e
quella dei familiari. A San Gregorio una madre protegge la
figlia di 2 anni con il proprio corpo. La troveranno viva i
soccorritori sotto il corpo esanime della madre travolta
dalle macerie della casa. Ora c’è un silenzio spettrale,
mortale. Si scendono i piani di corsa, gridando ancora
perché arriva un’altra scossa. Fuori è buio, fa freddo. In
un appartamento del secondo piano di un palazzo in via
Carabba il muro esterno è crollato completamente e ha
distrutto due auto. La gente è tutta fuori al freddo, si
copre con coperte di fortuna, cerca di proteggersi. Ci si
guarda stupiti per averla scampata ma basta uno
sguardo intorno
per capire che altrove non è andata ugualmente bene. Si
avverte nell’aria l’odore della morte. Al terzo piano dello
stesso palazzo sono rimasti due anziani che non possono
scendere le scale perché disabili. Inutile invocare i
soccorsi, arriveranno dopo ore. I telefonini sono in tilt,
ma paradossalmente non manca l’energia elettrica e restano
accese le luci di molte camere da letto sventrate. Ci si
raduna in strada, i telefonini riprendono a squillare. Si
può finalmente rassicurare i parenti. Si corre all’ospedale
San Salvatore per rendersi conto della gravità della
situazione, dei danni di questa scossa infinita, senza
soluzione di continuità. La terra continua a tremare
pericolosamente. Carovane di gente a piedi, con dietro
trolley, borsoni, borse, buste cammina nel buio. Una folla
eterogenera di anziani, bambini, giovani. Le strade sono
bloccate dalle macerie. L’ospedale San Salvatore si
presenta
come gran parte delle case della città. Anche l’ingresso è
un cumulo di macerie. E’ crollato il muro del primo piano,
al pronto soccorso tante persone ferite. Sono dappertutto,
sulle barelle, adagiate o sedute sui marciapiedi, nei viali.
Poi una ragazza sorretta da un giovane grida tra le lacrime:
«Me l’avete uccisa, siete arrivati tardi. A 25 anni la mia
amica è morta». Più in là c’è una donna che sferra pugni
contro il muro: «Mia nipote è arrivata dalla Francia per
morire in questo modo». Sono i primi due morti di una lunga
lista. Cresce la rabbia di chi aveva creduto che non fosse
finita il 30 marzo. Di chi aveva creduto agli sms di allarme,
al ricercatore denunciato per procurato allarme: «Aveva
ragione lui, il disastro è arrivato». All’ospedale
continuano ad arrivare le ambulanze, molte altre private con
persone che hanno ferite alla testa, bambini che piangono.
C’è una enorme confusione. Uomini della Guardia di
finanza cercano
di dare una mano ma la sensazione netta è che si brancoli
nel buio. Eppure era stato annunciato un piano di emergenza
che individua i luoghi di raccolta. Eppure da molti giorni
c’era chi già dormiva nei camper, pronto alla fuga. Nessuno
però si aspettava la fine del mondo. Viale della Croce Rossa,
Via XX Settembre, il centro storico, la zona intorno alla
Villa comunale, ovunque c’è morte. Accanto al palazzo
dell’Anas una casa non c’è più. Il tetto si è adagiato sul
resto delle macerie. Si aspetta l’alba, ma non per tornare
alla vita normale, bensì solo per contare i feriti e i morti.
La fine del mondo. E come sempre non mancano gli sciacalli
che cercano di entrare nelle case lasciate vuote. Inizia
l’esodo verso la costa. In fuga dall’orrore. Si continua a
scavare tra le macerie in Abruzzo, mentre il bilancio dei
morti del
devastante
terremoto sale a in brevissimo tempo a 207. I dispersi sono
15, gli sfollati almeno 17mila, i feriti circa 1.000, di cui
un centinaio gravi, mentre 150 persone sono state estratte
vive dalle macerie. Ancora violente scosse di assestamento.
Una nuova violenta scossa di terremoto avvertita dalla
popolazione in Abruzzo si è verificata alle 11,27 con
magnitudo 4.3. L'epicentro è stato rilevato tra l'Aquila,
Collimento e Villa Grande. La scossa è stata avvertita anche
a Roma. Prima di quella avvertita alle 11,27 la Protezione
civile ha registrato un'altra scossa, alle 11,24, di minore
entità, magnitudo 3,6. Nella notte, all'1.15, la più forte
con una magnitudo di 4.8. Dalla forte scossa distruttiva
delle notte del 6 aprile sono state registrate finora 280
repliche. Quasi un aquilano su sette è sfollato. Tuttavia si
tratta di un numero sensibilmente inferiore a quanto
previsto nelle prime ore: 10.000 su un totale di circa
70.000 abitanti, mentre poche ore dopo la scossa di
terremoto lo stesso sindaco dell'Aquila,
Massimo
Cialente aveva ipotizzato che i senza tetto potevano essere
almeno 50.000. Per gli uomini dei soccorsi, è una corsa
contro il tempo: con il passare delle ore si affievolisce
infatti la speranza di trovare qualcuno ancora in vita sotto
le macerie. Così si è scavato per tutta la notte sia
all'Aquila che nei comuni limitrofi; operazioni mai
interrotte nonostante le decine di scosse che si sono
succedute nel corso della notte, la più violenta della quali
alle 1.15 con una magnitudo di 4.8. Due cadaveri estratti
dalla Casa dello studente. Il cadavere di un giovane è stato
estratto stamani dalle macerie della casa dello studente.
Individuato un altro cadavere di un giovane. Il lavoro di
recupero procede con cautela anche perchè si temono nuovi
crolli della parte della struttura rimasta ancora in piedi.
Trovato morto lo studente greco disperso. Vassili risultava
disperso da ieri notte nel terremoto dell'Aquila. Altri tre
studenti greci (tra cui la sorella di Vassili) sono rimasti
feriti leggermente. La madre, giunta sul posto, ha
riconosciuto
il figlio. Tra le vittime anche una giovane turista francese.
Cinque invece i romeni deceduti, tra cui un minore. Nove
romeni, che hanno lasciato la zona colpita dal sisma, hanno
sollecitato il sostegno dell'Ambasciata romena in Italia per
rientrare in Romania. Dispersi anche due siciliani, madre e
figlio, Paola Puglisi, 62 anni e il figlio Giuseppe Italia,
44 anni, originari di Buscemi (Siracusa). Si scava a Onna,
il paese che non c'è più. Si continua a scavare anche a Onna
(L'Aquila), uno dei paesi più colpiti dal terremoto. Il
bilancio dei morti nel paese è di 37 persone. Sono ancora
quattro, invece, i dispersi. Le unità cinofile hanno
segnalato la presenza di persone sotto le macerie di un
edificio crollato all'ingresso del paese... Oggi dopo 25
giorni di lavori febbrili le ricerche sono finite ed è
giunta l'ora della ricostruzione, ma la terra continua a
tremare...
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